"Parlare di Musica è come ballare di architettura" Frank Zappa

26 ago 2015

LE DIECI PIU' ATROCI CANZONI D'AMORE NEL METAL. QUARTA POSIZIONE: "THIS LOVE (PANTERA)


Qui si sale di livello. Phil Anselmo prende il coraggio a due mani e spiattella una verità fondamentale.

In verità sono decenni che i cantautori provano a spiegare al pubblico femminile cosa sia l'amore. Il fatto che se uno ti chiede il titolo di una canzone d'amore ti possa venire in mente “Gloria” di Tozzi, oppure una “Adesso tu” di Ramazzotti è purtroppo la prova di come basti un testo fallace a cancellare dieci tentativi di comunicare qualcosa di sincero. Perché su una cosa aveva ragione Troisi quando diceva che, se c'è un metodo con le donne, è quello di “dicere 'è buggie”. Le donne vogliono le bugie, e quella fondamentale è che esista una cosa che si chiama amore. L'amore è come Dio: voi state al gioco e dite che esiste, poi arriva il conto.

Anselmo ci riprova, forte della lezione di alcuni coraggiosi. Tenco ad esempio, che cantava “Mi sono innamorato di te, perché non avevo niente da fare, il giorno volevo qualcuno da incontrare, la notte volevo qualcosa da sognare”. Voi chiedete in giro il senso di questa canzone e vedrete che quasi tutti (e sicuramente tutte) si fermano a “mi sono innamorato di te”, dopo di che fanno finta che il resto del testo non esista.

Anche De André cantava: “Venuto dal sole o da spiagge gelate, perduto in Novembre o col vento d'Estate, io t'ho amato sempre, non t'ho amato mai, amore che vieni, amore che vai”.
Cos'è l'amore? L'amore è qualcosa di cui l'uomo non vorrebbe aver bisogno, ma che invece esiste, ed è il bisogno di avere “una come te”. Attenzione perché qui si può equivocare: non nel senso che tu sia unica, ovvero una come te e come nessun'altra. Semplicemente una “simile a te”, come te, più o meno. Per essere ancora più precisi “the keeping of someone like you”, quindi qualcosa di simile a te da tenermi. Ecco, fine del concetto d'amore del maschio.

Crudelmente Anselmo ribadisce: mentre uno si rende conto che l'amore è il possesso di qualcosa di sognabile, ma non vivibile, si realizza in questa contraddizione l'amore vero, che altro non è se non una deviazione rispetto a ciò che si vorrebbe. Mentre uno capisce cosa vuole, l'amore punta verso qualcuno, colpisce nel mucchio - magari non proprio nel mucchio - e sceglie qualcuno che somigli al sogno.

Se mai parole furono dette, dolorose e mendaci
Ti ho detto che t'amavo, ma mentivo
Nella mia vita tutto ciò che ho voluto è tenermi vicino
qualcuna come te
Mentre questo si svela nel mio profondo
L'amore era deviato e puntato verso di te”.

Quest'immagine dell'amore come punta rivolta (pericolosamente) verso qualcuno, ago magnetico o arma, o entrambe, non è la prima volta che la troviamo (vedi “All I need” dei Motley Crue).

Che nome gli vogliamo dare a questa “cosa” amorosa? Anselmo ne suggerisce alcuni per associazione: cosa-amore-bambino-amore-giocattolo, e girando la moneta amore-pugno-cicatrice-amore-rottura.

Sono stato io a tentarla
a rubarla da se stessa
Questo dono di dolore, il suo amore era la vita
e qualche volta mi dispiace così tanto
vorrei non averti mai ferito
ma tu mi fai così soffrire
rinuncerei alla mia vita e ti lascerei l'amore

Una corrispondenza di amorosi sensi che diventano dolorosi sensi, il destino degli amanti. Un dialogo non sincero. Dove c'è amore non ci possono essere tutti e due gli amanti. Una visione sicuramente nichilistica, i rapporti sono finzioni.
Se potessi ti chiederei scusa, dice chi ha amato e quindi ingannato sulla natura di questo sentimento . Ti ho amata, sì, ma non eri tu, solo una mia proiezione che su di te sembrava vera, che si sovrapponeva bene a “una come te”. Come dire, eri l'alibi perfetto per il mio amore ideale. Avete presente quando Ramazzotti dice “un'altra come te, neanche se la invento c'è”? Ecco, esattamente il contrario!

Una come quella che m'invento neanche la trovo c'è, si potrebbe sentenziare come morale dell'amore visto da Anselmo. Ma ora, dice Anselmo, quasi vorrei chiederti scusa per questo inganno, se potessi sacrificherei la mia vita per lasciarti un'illusione d'amore in eredità. E dato che tu mi hai ucciso (lasciandomi) e io non posso più tenermi una come te, “You keep this love”, ovvero “tieniti questo amore”, con tutti i significati che non vorresti.

Mi ucciderei per te
Ti ucciderei per me.

Il massimo sacrificio convive con il massimo egoismo. L'inganno è la ragione per cui in genere gli amanti non si uccidono tra di loro. Ma è un delicato equilibrio. Se voglio evitare che tu soffra, dovrei eliminare me stesso, inganno d'amore necessario per usarti come approssimazione alla donna dei miei sogni. Se volessi invece sognare, dovrei fingere, e sperare che tu sappia e accetti questo come la forma più alta e sincera di amore. Se si rompe questo equilibrio il gioco diventa ferita.

Algebricamente parlando: "Mi ucciderei per te/ti ucciderei per me" significa, togliendo i fattori comuni, “mi ucciderei per me”. L'amore è quindi una mediazione al suicidio egoistico, un compromesso con la vita attraverso l'illusione che esistano i sogni. Scuoti l'amore, viene a galla il dolore. Quando tutto finisce, io mi tengo le mie ferite, e tu …. pigliati “questo amore in faccia”.


A cura del Dottore

(vedi classifica)