"Parlare di Musica è come ballare di architettura" Frank Zappa

24 mar 2016

RECENSIONE: DAWN "SLAUGHTERSUN (CROWN OF TRIARCHY)"


Anni fa parte della nostra redazione è andata in pellegrinaggio in terra scandinava, abbiamo fatto le foto nelle foreste norvegesi, cercando di ubriacarci nei fiordi nonostante il costo spropositato della birra e il nostro viaggio si è concluso con una discesa in treno lungo la Svezia dopo aver raggiunto Capo Nord.
Eravamo stanchi, ma sbirciando dal finestrino le lande svedesi ho visto distese di alberi ad alto fusto e mi chiedo ancora oggi perché non avevo comprato questo capolavoro fuori tempo del black metal svedese?! 

La Svezia è fatta di paesaggi simili per chilometri e chilometri, proprio come il sound del loro metal estremo è veloce, ripetitivo ed unico. Dal primo momento questo disco scala l'olimpo del genere, andando vicino e superando a tratti anche le vette oscure del black.

Giace per molti nel dimenticatoio, ma nella premessa ho indicato che è un disco fuori tempo.
Fuori tempo perché è uscito nel 1998, quando le pietre miliari del black erano già emerse dall'oscurità, ma con umiltà e coerenza riescono a prendere il meglio di tutti e fare una summa del metal estremo svedese. Dissection, Naglfar, ma anche i primi In Flames (non a caso il cantante compariva in "Subterranean" nda) e Dark Tranquillity sono le coordinate dove ci muoviamo per sette canzoni che, tolta la breve strumentale, sfiorano quasi sempre i dieci minuti di lunghezza.

Come il nostro treno correva nella neve e fendeva le foreste svedesi, così la batteria di Petterson non si ferma un attimo lungo le sfuriate del disco ed anche questa è Svezia. Tutto è perfetto in Svezia, le famiglie e i bambini, gli alberi con la neve sui rami, il welfare e anche il black metal!
Troppo perfetto a volte, come le case Ikea sembrano calate in una società utopica, così questo album è ciò che di meglio il black metal può offrire: c'è qualcosa di artefatto, ma il disco scorre che è una meraviglia!

La lunga mano di Peter Tägtgren ammanta il suono di questo album, lo prende sotto la sua ala protettrice e decide di ristamparlo e metterlo in commercio per far capire a tutti la grandezza dei Dawn. Chissà cosa fanno oggi i componenti dei Dawn? Mai ufficialmente sciolti anche se ammantati in un lungo silenzio, forse lavorano all'Ikea e hanno quattro figli ciascuno o sono tutti morti, ma una cosa è certa: non li dimenticheremo più, come i paesaggi delle foreste svedesi.

Voto: 8-
Canzone top: "The Knell of The world"
Momento top: passaggi ritmici in "Falcula"
Canzone flop: "Ride The Wings Of Pestilence"
Anno: 1998
7 canzoni, 59 minuti
Etichetta: Necropolis Records