"Parlare di Musica è come ballare di architettura" Frank Zappa

26 ago 2016

RETROSPETTIVA SUI GOTHIC / G.M.P. - PARTE IV


RETROSPETTIVA SUI GOTHIC - PARTE IV (2011-2016)"Beneath the Snow - Piovono Ombre", il terzo colore della Negatività e l'interazione multimediale portata all'estremo

“…la tua vita e la tua missione finiscono qui…”. Una delle frasi che ho più temuto da adolescente.

Ricordate i Libri Game degli anni ottanta/novanta? Ne ero appassionato. “Lupo Solitario”, “Guerrieri della Strada”, “Time machine”, “Advanced D&D” ecc. Quante serie hanno accompagnato quegli anni, tra le scuole medie e le superiori, con la tensione che montava man a mano che mi avvicinavo alla fine del percorso di un’avventura; con la paura che da un momento all’altro, tra un paragrafo e l’altro, per un’ultima scelta sbagliata…la mia “vita e missione” sarebbero finite sul più bello!

Si, perché nei libri game le scelte che si facevano via via lungo il percorso della trama, tra combattimenti e peripezie varie, portavano a situazioni diverse, sviluppi della trama differenti con esiti alternativi.

A cura di Morningrise

Ebbene, l’ultima, magniloquente opera del Gothic Multimedia Project, “Beneath The Snow – Piovono Ombre” (2016), mi ha subito ricordato quei vecchi libri game. Questo perché, ancora una volta, come successo per il sensazionale "Clam, Dolenter", i protagonisti dell’Opera…siamo noi! Un’opera che, nella sua forma prevalente, è un film. Ma un film che non può essere visto passivamente. James M. Jason, fedele al principio per cui l’espressione artistica deve prevedere un’attiva partecipazione di chi ne usufruisce, ci obbliga, nel corso delle due ore e mezza di svolgimento (2h e 30’ “potenziali” in realtà…) a prendere delle decisioni, mettendoci di fronte a diversi bivi lungo lo svolgersi della pellicola. E a seconda delle nostre scelte, ciò che vedremo sullo schermo del nostro PC sarà totalmente differente. 

La prima conseguenza di tutto ciò è che l’esperienza di BTS-PO sarà unica, soggettiva, diversa da “utente a utente”: così come le nostre vite sono una diversa dall’altra (portato del complesso delle nostre scelte, consapevoli o meno che siano), così sarà la composizione dell’opera che vedremo sullo schermo (con i relativi contenuti video-audio), a seconda delle scelte fatte nei succitati “bivi” dell’opera. 
Ma attenzione: a volte la scelta può portare alla morte (“…la tua vita e la tua missione finiscono qui…).

Ma proviamo ad andare con ordine, anche se la cosa non è semplice.

Il GMP (ormai un progetto a due, composto in pianta stabile solo dal mastermind Jason e dall’illustratore David Bosch) ha usato i sei anni intercorsi tra “Clam Dolenter” e BTS-PO per coordinare un ensemble di 28 (ventotto!) tra musicisti, attori, grafici e tecnici allo scopo di modellare un lavoro, come da tradizione, totalmente differente rispetto a quanto fatto fino a questo momento.

BTS-PO è infatti un film, ma allo stesso tempo non lo è; men che meno è un album musicale; non è neppure un insieme di pezzi di video-arte e/o una galleria d’arte virtuale. Ma è allo stesso tempo tutto questo. E’ il primo modello, il primo archetipo, il primo esemplare di film interattivo-multimediale, al cui interno troviamo contenuti musicali, poetici e grafici (ricordate la concezione dell’”Arte totale” come insieme di suono+parola+immagini?).
Affianco, o per meglio dire, assieme a tutto questo, un ruolo fondamentale ce l’ha il booklet: 32 eleganti pagine all’interno del quale troviamo, oltre a una fondamentale guida per districarsi un minimo nei meandri dell’opera, versi poetici tanto criptici quanto visionari e affascinati, e che vanno letti solo e soltanto facendoli interagire con le immagini del film.

Non è scopo di questo post rivelarvi trama e dettagli. Vi basti sapere che all’interno di BTS-PO vi sono diversi filoni di distinte storie, ovviamente interconnesse profondamente tra di loro. Ma ancora una volta, a seconda delle scelte che faremo, non tutti i contenuti multimediali saranno svelati. Gli 11 bivi (undici! sic!) che ci si pareranno di fronte porteranno a situazioni diverse. In particolare è il primo bivio, quello che troveremo dopo una ventina di minuti dall’inizio, quello decisivo, in quanto la scelta che lì faremo comporterà non solo una differente continuazione della trama, ma anche a contenuti artistici alternativi. L’utente così, deliberatamente e inconsapevolmente allo stesso tempo, determinerà quali contenuti vedere/sentire/leggere.

Insomma, avrete già capito che siamo di fronte a un qualcosa, a quanto mi consta, di assolutamente innovativo, mai visto prima. Un’originalità data da un elevatissimo livello di interazione tra l’utilizzatore e il prodotto artistico. Un qualcosa che il GMP aveva già realizzato sei anni fa con C.D., ma che qui viene riproposto attraverso un’espressione, e quindi una forma, totalmente nuova.

E la musica? Siamo o no un blog fondamentalmente di musica? E allora parliamone, anche se mi trovo in grande difficoltà a farlo: per l’ennesima volta, sul versante sonoro, troviamo qualcosa di profondamente differente dalle precedenti cose scritte da Jason. L’impronta gloomy rimane, il marchio “gothic” è ben riscontrabile, e tutto sommato, ritroviamo una naturale evoluzione del sound di C.D. Ancora tanta elettronica quindi, sempre molto dura e dark (i 9 minuti di "Arcano Arcaico" sono l'espressione, mirabile, più compiuta, anche formalmente, di questo aspetto); elettronica che flirta con la dance (il pezzo d’apertura del film ne è una esemplare riprova), ma che sconfina in territori ambient e noise. Ma ritroveremo anche partiture più tipicamente metal, in particolare di derivazione drone (i Sunn O))) sono una dichiarata ispirazione di Jason) ma anche goth-rock
Su tutte le composizioni svetta l’unico brano inciso come band: quella “Sons of a sun without light” che, per chi scrive, è uno dei brani migliori scritti in oltre 25 anni di carriera da Jason, che per l’occasione si fa coadiuvare, oltre che dal tecnicissimo e fidato Davy Jones alle sei-corde, da Enrico Lanciaprima (basso) e Andrea di Martino (batteria), entrambi membri della heavy/doom band genovese Blue Dawn (coi quali lo stesso Jason ha più volte collaborato come guest musician alle tastiere, sia in studio che in sede live). Il pezzo vale da solo l’acquisto del DVD a dimostrazione che Jason, quando vuole, sa ancora comporre cazzutissimi brani heavy metal.

Ma un plauso a parte lo merita davvero David Bosch che in questi sei anni si è davvero superato in termini di qualità grafica. Sempre visionario, questa volta la maturazione della sua matita raggiunge vette clamorose, riuscendo a veicolare nelle sue tavole (quasi tutte in un semplice bianco e nero di china) un orrore quasi mistico, decisamente dark e heavy. Simbolismo, surrealismo e un distorto figurativismo guidano le oltre 200 (duecento!) tavole create da David. 200 pezzi unici, composti ad hoc per BTS-PO, e capaci come sempre di fondersi, di incorporarsi perfettamente con i restanti contenuti multimediali dell’opera. Disegni quantomai disturbanti, secondo la più tradizionale filosofia-gothic, capaci di risvegliare demoni, angosce e paure sopiti nel nostro subconscio. Qualcosa che è dentro di noi, e che tante volte respingiamo per timore, ma che, durante l’esperienza di BTS-PO, non potremo evitare. E chissà che non siano proprio esse, angosce e paure, a guidarci nell’oscurità e a salvarci dall’… (“Non mi interessa. Nulla mi riguarda. Cosa vogliono tutti da me? Ad ogni modo non posso farci niente…”).
Già, a salvarci da che cosa?

Come sa chi ci ha seguito nelle precedenti puntate della Retrospettiva, BTS-PO chiude anche la c.d “Trilogia della Negatività”: dopo la Morte di "Grim" (colore nero) e il Dolore di "Clam, Dolenter" (colore viola), questa è la volta di qualcosa che sta oltre morte&dolore. Qualcosa di peggio; qualcosa che, più dei precedenti elementi, annienta l’uomo e la sua scintilla divina, macchiandone irreparabilmente l’anima.
Fatevi quindi avvolgere dal colore Grigio. E per sapere a cosa tale colore corrisponda per il G.M.P. non avete che da inserire nel vostro PC quest’oscura opera d’avanguardia.

Undici bivi, cinque storie una dentro l’altra, quattro possibili finali…prendi fiato un’ultima volta e lascia che i tuoi demoni ti accompagnino in questo lungo viaggio…are you ready?

Are you gothic?