"Parlare di Musica è come ballare di architettura" Frank Zappa

3 ago 2017

LEGNO



Il metal non è fatto solo di ferro ed acciaio, come professano i Difensori della Fede. Il metal può essere anche di plastica, e talvolta di merda, tutti lo sanno, ma esiste anche una sotto-categoria meno nota che è il Metal di Legno.
Ma quando un artista, una band sono legnosi?

Ci viene in soccorso la Treccani, vediamo il senso figurato del termine:

Che ha la consistenza del legno: una carne legnosa, dura, fibrosa e senza sapore. Frequente in usi figurati: un volto legnoso, una figura legnosa, con linee e tratti duri, rigidi, angolosi, come intagliati nel legno. Stile legnoso, secco, eccessivamente stringato. Colori legnosi, in pittura, che mancano di pastosità. Un carattere legnoso, aspro, ruvido, scontroso. Riferito alla persona (e ai suoi movimenti), che manca di grazia o di scioltezza, di agilità, rigido, impacciato. Muoversi con passo legnoso, avere i movimenti legnosi (detto in particolare, nel pugilato, del contendente che, provato dall'incontro, muove rigidamente e faticosamente le gambe sul quadrato).

Gli esempi sono illuminanti e chiarificano sufficientemente le caratteristiche di cosa possiamo intendere per metal legnoso. Ma è doveroso precisare che il discorso non si esaurisce sul piano stilistico, ma si estende all'attitudine e persino all'immagine. Essere legnosi è uno status che ammanta l'essere in tutti i suoi aspetti: si può saper suonare ed essere legnosi; si può avere buone idee, essere originali, possedere le palle d'acciaio ed una grande dignità e risultare comunque legnosi.

Il legno, in fondo, ha avuto un ruolo importante nella storia dell'umanità ed oggi, pur superato un po' in tutti gli ambiti da materiali più funzionali o convenienti, mantiene un fascino oserei dire artigianale. Cosa recriminare del resto alla figura del buon vecchio falegname, che fra l'altro era il mestiere del padre adottivo del Cristo?

Vediamo dunque cosa significa essere legnosi nel metal. Impresa non facile. E' più difficile spiegarlo che percepire la sensazione e sostenere con certezza: quella è una band legnosa! Una ratio che ci può aiutare per delimitare il confine fra ciò che è legnoso e ciò che non lo è, può essere la seguente domanda: può quella band piacere ad una ragazza (preferibilmente figa) del '94?

Faccio questo esempio perché di recente, per diversi motivi, sono entrato in contatto con il mondo di quelli che vengono definiti i millennials, che poi non sono altro che i successori della famigerata Generazione X. Se gli sfortunati della Generazione X si sono trovati ad affrontare un percorso di ricerca di identità in un periodo di transizione storica e di forti contraddizioni dove le certezze del mondo del Dopo Guerra si sgretolavano impietosamente, i millenials sono quelli nati nel nuovo mondo: il mondo della crisi. Essi si muovono con maggiore sicurezza e disinvoltura su questo terreno perennemente sconquassato da forze contrastanti, sono armati di flessibilità ed apertura mentale, agiscono fuori dagli schemi e sono quanto di più lontano dall'essere legnosi. Chi meglio di loro ci può far capire cosa è legnoso? Basta rivolgere loro qualche domanda strategica e capire cosa ignorano: quello sarà legnoso!

E così mi è capitato di scambiare qualche opinione musicale con una ragazza del '94, appunto, che, pur non essendo una metallara, si professava ammiratrice di Mayhem e Gorgoroth. Che il black metal sia cool questo ormai non è più una notizia. Che i Mayhem fossero un gruppo di culto, resi attraenti, persino simpatici, per via dei fatti di sangue che li hanno portati alla ribalta, si sapeva anche questo. A tal riguardo ricordo come qualche anno fa, parlando con un intellettualoide, venissero citati proprio  "Deathcrush" dei norvegesi e "Scum" dei Napalm Death come degli album graditi nei salotti della musica bene. Capiamoci, 'sta gente magari non li ha nemmeno ascoltati quei dischi, sicuramente non con l'approccio analitico e metodico del metallaro: è l'idea di Eccesso che attira il profano e questo concetto va oltre ogni contenuto musicale in senso stretto.

Posso capire ed accettare tutto questo, ma perché i Gorgoroth? Lo capiamo se andiamo a rileggere il post da noi dedicato a Gaahl, il brand manager: nel mare magnum del marasma contemporaneo emerge, non necessariamente chi vale, ma chi è portatore di un marchio, chi possiede un qualcosa di distintivo rispetto a tutti gli altri. Chi, in altre parole, capisce che è necessario comunicare, che il "come" è più importante del "cosa", perché la sostanza non basta più. E' importate "bucare lo schermo" in qualche modo, oggi più che mai, perché i giovani non si rinchiudono in un recinto ed iniziano a scavare, ma vivono in un mondo più ampio dove la conoscenza orizzontale è imperante. I Metallica, i Dream Theater lo hanno capito. Altri grandi nomi vivono di rendita, semplicemente perché più passano gli anni e più è facile essere seminali; altri nomi minori, invece, sono rivalutati perché kitsch o deliziosamente trash nel loro essere estremi.

Marketing consapevole/inconsapevole, tempismo, coincidenze, circostanze fortuite: è impossibile determinare con certezza chi colpirà nel segno, laddove la coscienza individuale si forgia oggi fra gli innumerevoli input di una società iper-complessa e che si modella sulle dinamiche della "rete". Un episodio eloquente al riguardo è quella volta in treno che, pur non volendo origliare, non potetti fare a meno di ascoltare due giovanissimi che si scambiavano opinioni musicali: con estrema disinvoltura furono tirati in ballo, fra gli altri, The Doors, Bob Marley e ... Rhapsody of Fire (?!?). Ebbene, nemmeno Turilli e Staropoli sono di legno!

Ma chi è di legno, dunque? A guardare bene il legno è presente nel metal fin dai suoi albori e risiede nell'essenza stessa del suonare metal, ossia risultare pesanti, battere veloce, gridare. Gli stessi Black Sabbath e Judas Priest definivano i contorni del nuovo genere ponendosi come la versione più goffa, sgraziata, pesante degli agili e scattanti protagonisti dell'hard-rock. Il chitarrismo di Iommi era farraginoso, la batteria di Ward elefantiaca, la voce di Ozzy una cantilena straccia-palle. Ma anche ai primi Judas mancava qualcosa: sarà stata colpa di suoni poco potenti, ma alla fine parevano, da giovanissimi, già bolsi, stanchi e claudicanti, privi di quella verve, di quello sprint, di quella freschezza che avevano caratterizzato Led Zeppelin, Deep Purple o i coevi Rainbow.

Nonostante questo nemmeno Black Sabbath e Judas Priest sono legno, o meglio, non lo sono totalmente, riuscendo a nascondere questa componente grazie a tutti quegli ingredienti che l'hanno resi grandi band: originalità, spirito innovativo, capacità compositive ecc. Ma se togliamo questi aspetti, ecco che il legno spunta fuori ed è proprio lì che lo andremo a cercare: fra coloro che, per fede o ottusità, hanno deciso o non hanno potuto elevarsi, non dico dallo status di “artigiano a quello di “artista”, ma almeno da quello di “falegname” a quello di “fabbro” (come vorrebbero Manowar e Virgin Steele…).

In altre parole band che hanno portato avanti il verbo del metallo con l'approccio dello "scacciatope", amando così tanto il metal da dimenticarsi (in senso metaforico) del pelo (in fondo chi non ha passato un periodo del genere?). Musica quindi solo ed esclusivamente per metallari puri, da ascoltare in chiodo lercio, jeans strappati, urlando con la fiatella di birra e salsiccia, e scuotendo i capelli sfibrati, magari con la frangetta sudata appiccicata ad una fronte piena di brufoli !

Ed allora gettiamoci a peso morto fra questi mucchi di truciolato, respiriamo segatura, nuotiamo sanguinando fra questo assi di legno grezzo!

To be continued…

Legno in ordine sparso: